7 SENTIERO DELLE DONNE

TAPPE: FELINA > PIETRA DI BISMANTOVA > CASTELNOVO MONTI

Scopri sulla mappa i seguenti luoghi storici:

1 Lapide di Felina
2 Monumento alla donna
3 Scultura ai deportati
Teatro carcere
Incendio di Saccaggio

Informazioni di percorso

Difficoltà BASSA

Durata 6 h 30′

Dislivello 927 mt

Anello NO

Parcheggio presso il centro di Felina

Fermata Felina centro

MEMORIA

“(…) Nascono i Gruppi di difesa della donna. Questa è stata la prima organizzazione femminile importante, direi quasi nata proprio dalla spontaneità delle donne. Quindi nasce il gruppo di difesa della donna con dei compiti ben precisi. All’inizio c’era un filo che ci legava tutte e in particolar modo anche quelle che nel Ventennio avevano creduto nel fascismo, oramai c’era una situazione che anche queste mamme che avevano i figli che erano morti in guerra e così via, avevano capito che il fascismo non aveva portato niente di buono, quindi anche quelle che non erano state fortunate come me di crescere in una famiglia antifascista, di avere già degli ideali miei, avevano capito che era giusto fare qualcosa perché questa situazione cambiasse. Qual era il motivo principale che ci animava tutte? Era la lotta per la pace, perché la guerra finisse al più presto possibile. Questo era il filo conduttore che ci animò tutte.
E’ un’attività organizzata. E il nostro lavoro, siamo nate noi in appoggio ai partigiani. I gruppi di difesa della donna erano proprio, l’azione era prevalentemente in appoggio alla lotta partigiana, che è nato subito dopo l’8 settembre, quando i ragazzi hanno cominciato ad andare in montagna. Che era un esercito che era senza divisa, era senza rifornimenti e viveri, era senza tutto. Quindi noi donne cercare di accaparrarsi queste piccole cose. Per voi adesso non vuol dire niente, per noi andare presso le famiglie a chiedere un paio di pantaloni, un paio di guanti, una maglia, un paio di scarpe da mandare ai partigiani in montagna, voleva dire mettere la tua vita nel pericolo più grande che ci poteva essere. (…)

Staffetta porta informazioni a due combattenti, primavera 1945

Staffetta porta informazioni a due combattenti, primavera 1945

Testimonianza di Giacomina Castagnetti e Giovanna Quadreri, 2017

Le notizie giravano nelle nostre borse, in bicicletta. Però i volantini se ti fermavano, come hanno fermato me all’Ospizio che mi hanno preso la bicicletta, voleva dire eh andare in galera dritte dritte e non saltare mai più fuori.
Si trasportava armi. Io per esempio nella borsa con le patate dentro ci mettevo le bombe a mano, perché le patate erano rognose anche loro e quindi le bombe a mano in fondo e sopra le patate. Perché i partigiani per recuperare le armi, voi
lo saprete, ma ve lo racconto anche io, che al primo momento davano l’assalto a tutti i presidi fascisti per recuperare le armi. E quindi queste armi dopo dovevano essere trasportate da una persona all’altra e così via. Poi c’era il bisogno delle notizie, i giovani erano in montagna ma dovevano sapere cosa succedeva in pianura. Quindi c’era l’andare e venire sempre di questi piccoli bigliettini per portare le notizie di come si muovevano i tedeschi, di quello che facevano i tedeschi, se c’erano i rastrellamenti, se i nostri uomini erano in pericolo. Se c’era un rastrellamento noi in bicicletta ci davamo la voce poi in quattro o cinque dai vari capi della frazione nel giro di mezz’ora o venticinque minuti noi davamo l’allarme e i giovani e gli uomini che erano a casa, che erano scappati dal fronte sapevano che dovevano andare fuori casa e andarsi a nascondere in pianura dove era possibile. (…)
Non volevamo andare a fare una riunione politica così in casa e mettere a repentaglio le famiglie, decidemmo di riunirci sotto una pianta. Questa pianta forse c’è ancora giù per la strada che va da Masone a Gavassa, al gublein si chiamava, un nome del genere. Allora ci demmo l’appuntamento sotto questa pianta. Là ci trovammo, io non sapevo, perché non si faceva tante domande, non sapevo in quante avremmo dovuto esserci state no, sapevamo solo che noi dovevamo andare lì. Quando siamo lì ci trovammo in quattro o cinque ragazze sotto questa pianta, arrivò dopo due minuti il commissario politico e cominciò a parlare della situazione, di come andavano le nostre formazioni partigiane in montagna. Ci disse che il nostro lavoro era molto efficace e che dovevamo continuare. E poi disse che le donne con questa battaglia stavano conquistando dei diritti, si pensava già alla liberazione cosa si poteva fare, al voto delle donne. (…) Fu la prima volta che ho sentito parlare di voto alle donne e di emancipazione, questa grande parola.”

Giacomina Castagnetti, da www.resistance-archive.org

Pietra di Bismantova vista da Felina

Testimonianza di “Libertà” Giovanna Quadreri, 2016

Dalla testimonianza di “Laila” Anita Malavasi su European Resistance Archive (ERA). Qui l’intera testimonianza.

SCHEDA STORICA

La Resistenza ha ricevuto un fondamentale sostegno dalla presenza femminile.
Il compito delle staffette partigiane è quello di fungere da collegamento tra le formazioni e fra queste e il centro direttivo. Negli eserciti regolari si tratta di mansioni affidate ad appositi ufficiali di collegamento. Il ruolo delicato e di movimento, complicato dallo stretto controllo del territorio operato dai nazifascisti, rende quasi impossibile agli uomini in età di leva lo spostarsi senza venire fermati. E’ così che questi incarichi vengono affidati alle donne, a volte anche giovanissime, non mobilitabili nella guerra e meno controllate.
La staffetta lavora da sola ed è lei che decide in che modo eseguire il compito affidatole. Le donne, a piedi o in bicicletta, divengono le migliori agenti di collegamento con le formazioni, finendo per trasportare di tutto: cibo, indumenti, armi e materiale di propaganda, oltre a essere depositarie della trasmissione di ordini e informazioni. E’ un lavoro faticoso e ad alto rischio.
Dentro alle formazioni della Resistenza la donna scopre sempre più spesso di essere padrona del proprio destino, ripensa se stessa in una nuova dimensione, in opposizione al ruolo defilato e subordinato di “madre e moglie esemplare”, secondo l’etichetta della retorica fascista che già sfruttava un precedente retroterra maschilista. Durante il conflitto le donne occupano il posto degli uomini nelle fabbriche e, con la lotta partigiana, arrivano persino a vivere la vita della banda e ad imbracciare le armi.
L’intervento femminile si esprime anche in forme di protesta coraggiose e non violente in occasione, ad esempio, delle numerose manifestazioni contro il carovita e contro la mancanza di approvvigionamenti.
La partecipazione delle donne ha contribuito a dare l’avvio a un processo di emancipazione femminile lento ma irreversibile, ponendosi come inizio di una svolta. Se la Resistenza può essere ritenuta il percorso di crescita di una generazione, lo è a maggior ragione per le donne.

Manifesto del Comitato di Difesa della Donna, 26 settembre 1944

INFORMAZIONI TURISTICHE

ALBERGO RISTORANTE AQUILA NERA

Via Fratelli Kennedy 32, Felina (Castelnovo ne’ Monti)

tel. 0522 619353

www.aquilanerafelina.itaquilanerafelina@gmail.com
Chiuso il lunedì
27 posti letto

CAFFÈ CENTRALE 

Via G. Di Vittorio 2, Felina (Castelnovo ne’ Monti)

Chiuso lunedì tranne mesi estivi

 

B&B CA’ BARUCCA 

Via Tegge 52, Felina (Castelnovo ne’ Monti)
cell. 349 0872517
vilmanicoli@live.it
Aperto da marzo a ottobre
2 posti letto

ALBERGO RURALE RISTORANTE FORESTERIA SAN BENEDETTO

V.le Bismantova 36, Castelnovo ne’ Monti
tel. 0522 611752 – cell. 327 1657098

www.foresteriasanbenedetto.itinfo@foresteriasanbenedetto.it
22 posti letto

RISTORANTE RIFUGIO DELLA PIETRA

V.le Bismantova 43, Pietra di Bismantova (Castelnovo ne’ Monti)
cell. 338 2119090

www.rifugiodellapietra.itinfo@rifugiodellapietra.it  
Chiuso il lunedì – aperto tutti i giorni da metà giugno a metà settembre, solo nei fine settimana aperto il resto dell’anno o su prenotazione

ALBERGO RISTORANTE BISMANTOVA

Via Roma 73, Castelnovo ne’ Monti

tel. 0522 812218
Chiuso il lunedì e martedì a pranzo

25 posti letto

ALBERGO RISTORANTE MIRAMONTI

V.le E. Bagnoli 7, Castelnovo ne’ Monti.
Tel. 0522 812300
www.albergo-miramonti.cominfo@albergo-miramonti.com 
Chiuso il martedì

40 posti letto

LOCANDA DA CINES

P.le Rovereto 2, Castelnovo ne’ Monti
cell. 339 2080105
info@locandadacines.it
Chiuso il lunedì e martedì

KUBOSTERIA

Via Vittorio Veneto 5/A, Castelnovo ne’ Monti
tel. 0522 612130
Chiuso lunedì e martedì

TRATTORIA DA GEREMIA

Via Carlo Franceschini 10, Castelnovo ne’ Monti
tel. 0522 811194
Chiuso giovedì e mercoledì a cena

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Sono presenti 16 sentieri partigiani sparsi sul territorio dell’Appennino reggiano. Per scoprire gli altri sentieri vai nella sezione TUTTI I SENTIERI